DDL sulla sicurezza e igiene nelle piscine: il ruolo dei Tecnici della Prevenzione
- alessandroplugcom
- 4 ago
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Il 30 luglio 2025, il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per la protezione civile e le politiche del mare Nello Musumeci e del Ministro della salute Orazio Schillaci, ha approvato con procedura d’urgenza un disegno di legge dedicato alla salute e alla sicurezza nelle piscine.
Le nuove disposizioni aggiornano la classificazione delle piscine pubbliche, a uso pubblico e domestico, definendo i requisiti di sicurezza, impiantistici, igienico-sanitari e gestionali, i controlli interni in autocontrollo da parte dei gestori, i controlli esterni delle ASL e introducendo sanzioni per eventuali violazioni.
Dal punto di vista legislativo, si tratta di un vero e proprio dispositivo di igiene e sanità pubblica, come non se ne vedevano da decenni, rappresentando una svolta significativa in un settore segnato da un vuoto normativo e da una frammentazione regionale che ha creato difficoltà a gestori, progettisti e impiantisti.
Questo progetto normativo nasce dal lavoro di un gruppo interregionale, su mandato del CIP (Coordinamento interregionale di prevenzione), inserito nell’iter istituzionale della Conferenza Stato-Regioni per le competenze della Commissione salute. Il gruppo, coordinato e composto anche da Tecnici della prevenzione, ha lavorato in modo multiprofessionale, dimostrando l’elevata competenza della categoria e la capacità di progettare sistemi di prevenzione complessi e strutturati, collaborando con esperti regionali.
L’incarico iniziale prevedeva una semplice revisione dell’Accordo Stato-Regioni del 16/01/2003 sugli aspetti igienico-sanitari per la costruzione, manutenzione e vigilanza delle piscine a uso natatorio.
Tuttavia, i Tecnici della prevenzione, forti della loro esperienza nella valutazione dei rischi e nella vigilanza delle piscine, hanno evidenziato ai rappresentanti del Ministero della salute la necessità di un intervento più organico, che affrontasse in modo approfondito la prevenzione dei rischi di annegamento, infortuni, aspetti igienico-sanitari, impiantistici e gestionali per gli utenti di piscine pubbliche e private, fornendo anche strumenti di controllo più efficaci per la vigilanza svolta dai colleghi dei Servizi di igiene pubblica delle ASL, come un potere dispositivo in sede di ispezione e un potere sanzionatorio uniforme su tutto il territorio nazionale, attualmente presente solo in alcune regioni.
I Tecnici della prevenzione che operano nella Sanità pubblica o come consulenti nel settore piscine si aspettano, al termine dell’iter parlamentare, uno strumento normativo più efficace anche per la prevenzione dei numerosi decessi per annegamento che negli anni hanno coinvolto molti bambini (l’11% degli annegamenti nazionali avviene in piscina e il 53% di questi riguarda bambini tra i 18 mesi e i 12 anni, rendendo le piscine la prima causa di annegamento in età pediatrica), soprattutto nella fascia 0-5 anni, sia per carenze nella sorveglianza sia per errori impiantistici e installazioni non conformi alle regole dell’arte.
Si auspica inoltre una maggiore tutela per tutte le fasce d’età che frequentano piscine o biolaghi/biopiscine (questi ultimi mai regolamentati fino ad oggi), sia prevenendo i rischi igienico-sanitari microbiologici e chimici (causa di patologie e intossicazioni), sia quelli infortunistici che possono comportare gravi lesioni (quasi annegamenti, traumi da cadute o tuffi, esposizione a gas cloro, esplosioni, ecc.), e, non da ultimo, prevenendo la morte improvvisa per arresto cardiaco rendendo obbligatorio il DAE in tutte le piscine pubbliche o a uso pubblico.



